In mostra Fulvio Tornese con Vite che abitano

Venerdì 1 marzo 2013 alle ore 18,00 si inaugura la mostra personale di pittura “Vite che Abitano” di Fulvio Tornese. Questo evento, curato dall’organizzazione artistica Tartaglia Arte in collaborazione con il CASC-BI (il Centro Assistenza Sociale e Culturale tra i dipendenti della Banca d’Italia) è presentato presso la sede della Banca d’Italia a Roma, in via del Mandrione, 190.

Questo è il quarto di una serie di eventi che, continuano presso la banca d’Italia, la Tartaglia Arte sta organizzando in questo location espositivo dove, di volta in volta, sono creati connubi tra le diverse forme d’arte.

Le opere dell’artista Fulvio Tornese, già presentate dalla Tartaglia Arte in diverse mostre in Italia e Cina, in questa personale, con la presenza dell’autore, saranno esposte nuove produzione olio e tecniche miste su tela e su carta e inoltre dei multipli stampate su carta cotone Harman con inchiostro ultracom k3 certificate e a serie limitata.

Le opere recenti di Fulvio Tornese rivelano, ancora una volta, un’attenzione verso storie bizzarre, pregne di interpretazioni a maglie larghe, anche in quel vento di drammaticità che talvolta soffia nei suoi scenari pittorici. Non è infatti impossibile leggere in questo ciclo – presentato in anteprima a Roma – un’attenzione a quelle declinazioni della realtà così globali e dilatate da sembrare quasi atemporali.

Ma c’è un’altra faccia di questo ciclo, che emerge prepotentemente dalle sferzanti superfici dei suoi dipinti: Tornese è pittore nel profondo, e questo lo si percepisce anche dall’indagine sui supporti, dalla stesura meditata e al contempo rapida del colore sulle varie latitudini del dipinto, pregne talora di increspature concepite con carte incollate, che a loro volta creano imprevedibili imperfezioni da gustare con lo sguardo e – se mai fosse possibile – con il tatto.

Fulvio Tornese con questa mostra romana si conferma dunque un pittore, nel senso più vitalistico del termine, che ripesca con disinvoltura l’immaginario che ha caratterizzato i suoi esordi nel mondo dell’illustrazione, per mixarli a nuovi mondi, sempre più contaminati, sempre più ibridi. (Lorenzo Madaro).

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