Le opere di Riccardo Cavosi a Roma

Dal 3 al 14 novembre 2014 presso la Galleria il Collezionista, nel centro storico di Roma, verrà ricordato, attraverso una significativa mostra antologica, uno fra gli artisti più riconosciuti in Italia e all’estero: Riccardo Cavosi.

Nato in Marocco e morto a Bolzano esattamente tre anni fa, la sua lunga carriera, spronata da una continua curiosità nei confronti di tecniche, paesaggi e cromatismi naturali della luce, lo ha portato a viaggiare in Europa e Stati Uniti, dove è stato particolarmente apprezzato, ottenendo numerosi premi e riconoscimenti.

Il suo stile, che si può definire impressionista con diversificate suggestioni d’animo, esprime attraverso il contesto storico-naturale ritratto, delle autentiche atmosfere mentali che richiamano ad ogni fruitore un personale risveglio sensoriale.
Dai paesaggi cittadini agli sterminati campi arati in cui il dettaglio è sinonimo di uno sguardo acuto e complice, Cavosi ha saputo animare, con le sue opere, monumenti, chiese, alberi, oceani, barche, fiori, animali, in pratica tutto ciò che di naturale ed artistico circonda il creato attraverso una pennellata incisiva ma riflessiva, interloquendo col reale per esprimere uno stato d’animo lirico e in grado di scaturire, di riflesso, pensieri poetici profondi.
In questo panorama naturale anche la figura umana, nelle sue movenze delicate e rispettose dell’ambiente in cui sono immerse, ha la sua personale valenza, che Cavosi esprime ritraendo prevalentemente figure contadine e popolane ma anche privilegiando soggetti religiosi, quali i chierichetti, un tema che ha sviluppato con una lunga serie di quadri e quadretti di particolare delicatezza e fascino, ma anche con quel tocco di gaiezza propria di ragazzini poco più che bambini che si prestano al particolare servizio liturgico.

Sensibile ai temi ecclesiastici, Cavosi è stato apprezzato perfino da Papa Wojtyla per il quale ha illustrato parte della Bibbia da lui commentata e che ha voluto la sua Crocefissione esposta nelle stanze vaticane.

Una retrospettiva importante dunque, quella romana, curata dal figlio di Cavosi, Roberto (anche lui immerso nel mondo culturale in quanto stimato interprete, autore e regista teatrale), che mira a ripercorrere le sfumature esistenziali di un artista che ha trasformato con la sua arte le percezioni di un esteso e diversificato mondo esterno in un nascosto impulso interiore avvalendosi di articolate digressioni cromatiche e inseguendo ogni pennellata per entrare nell’universo sentimentale più intimo.

donnaoggi-instagram

Commenta per primo

Lascia un commento