Panem et formas a Pietrasanta

Dai circenses agli artifices è l’evocativo, propiziatorio e benaugurale titolo della mostra alla Galleria Susanna Orlando a Pietrasanta per l’avvio della nuova stagione espositiva: saranno le festività pasquali che segneranno la fusione della storica galleria di Forte dei Marmi, attiva dal 1976, nel nuovo e più ampio spazio di Pietrasanta, cambiata la sede, invariato resta lo stile della galleria, la cura e la dedizione verso l’arte i collezionisti.

Il poeta latino Giovenale con la nota espressione “Panem et circenses” denotava l’atteggiamento demagogico della politica imperiale che ammansiva e rabboniva il popolo attraverso la distribuzione gratuita di cibo e l’offerta di giochi gladiatori aperta a tutti.

Panem et Formas – che inaugura il 4 aprile 2015 – ne coglie certamente la suggestione ma si connota di uno spirito posto agli antipodi che trova nella bellezza, tanto di un semplice pane –  in questo caso un particolare dell’installazione Apparizione deodatea (2015), cretto arso, cotto, venato – che in preziose cornici (le formas del titolo) la chiave della ‘germogliazione’ della nuova programmazione espositiva.

L’allestimento delle opere – lavori di Aubertin, Barni, Boetti, Chia, Chiari, Ciulla, Cuoghi, Deodato, Lazzeri, Mondino, Peloso, Piussi, Pizzi Cannella, Staccioli – da sempre attento, curato e ricercato dalla gallerista Susanna Orlando, diventa qui un sottile gioco tautologico che mira a sottolineare le molteplici possibilità di presentazione nel pieno rispetto della creazione artistica, anzi, spesso, amplificandone il messaggio.

Quelle in mostra non sono ‘cornici’ consuete, semplici listelli che demarcano il confine della tela, ma oggetti d’antiquariato che sebbene nati in epoche diverse, paiono consustanziali all’opera.
Alzate statuarie del Seicento, edicole religiose ottocentesche, cornici in oro zecchino di pieno Rococò ma anche espositori per le cassette della frutta, pancali dei primi del Novecento, sedute in metallo, lavatoi, sono le ‘cornici’ di questa antologia artistica.

Da un lavoro storico (1974) di Aubertin con i suoi noti fiammiferi, si passa a una Impresa di Barni, la tavola sorretta all’estremità da due uomini, a un arazzo di Boetti stagliato su fondo oro; per poi arrivare a Chia che, notoriamente, insieme al lavoro pittorico realizza anche la cornice e alla Poesia visiva di Chiari.
Rimanda in modo diretto al titolo L’auriga di Ciulla per giungere Tra eleganza e Natura alla proposta di Cuoghi, all’installazione già menzionata di Deodato e alla quadreria di Lazzeri.
Non da ultimi i cioccolatini di Mondino, un recentissimo lavoro aniconico di Peloso, un pezzo tratto dalla serie Fontane ferme di Pizzi Cannella e una scultura di Staccioli realizzata in cemento e ferro, materiali che l’artista definisce “non modificabili”.

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