“The Desperate Kingdom of Love” – prima personale di Pietro Gregorini, fotografo per passione marchigiano naturalizzato milanese – è un’esposizione che nasce da una ricerca sulla dimensione più nascosta e intima del sentimento: tre storie diverse tra loro, ma osservate attraverso un’unica lente che ha cercato di fermare gli istanti privati di cui siamo spettatori invisibili.
Non è un caso che il titolo scelto per la mostra, che si inaugura al MONO di Milano il 20 ottobre e proseguirà fino al 2 novembre, richiami l’omonimo brano di PJ Harvey, una tra le vette più intimiste dell’artista britannica, a rappresentare un progetto sull’amore dall’intento estetico realista, delicato e al tempo stesso decadente.
L’esposizione raccoglie una selezione di polaroid e scatti analogici. La scelta del mezzo è stata dettata dalla ricerca di un’esperienza di scatto imprevedibile e autentica: l’analogico infatti non lascia spazio alla manipolazione, al controllo in tempo reale, restituendo più verità e intensità sia al momento della produzione fotografica che, di conseguenza, alle immagini.
La serie “Pagan Poetry” (Polaroid Type 100, 2010) si compone di istantanee che descrivono una didascalica rappresentazione dell’atto sessuale all’interno della coppia omosessuale. Qui, lontano dagli immaginari distorti, la naturalità dei gesti spoglia il momento di ogni stereotipo ossessivo per restituire spazio al sentimento e all’intimità.
“While You’re Away” (Polaroid Type 1200, 2011) esplora la dimensione emotiva del rapporto amoroso a distanza. Il progetto si sviluppa come il monologo visivo che racconta la storia di un’assenza e apre le porte di uno spazio domestico tormentato. In questo vuoto, anche oggetti ed eventi di poco conto diventano essenziali per colmare una solitudine difficile da sfuggire.
Chiude la mostra una serie di dittici intitolata “Winter Journey” (Pellicola 35mm, 2011-2014) dove la scansione temporale di architetture e ritratti, attraverso un atipico reportage di viaggio, suggerisce il percorso di una relazione e il suo inevitabile epilogo.
Pietro Gregorini nasce a Fano nel 1984. Inizia a fotografare da autodidatta all’età di otto anni. Da allora ha scattato e raccolto centinaia di fotografie sperimentando varie tecniche tra cui analogico, instant e digitale. Attualmente vive a Milano e lavora come Art Director in un’agenzia pubblicitaria.
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