Looking for Utopia, a Venezia

Una mostra che mette in scena le utopie degli artisti, i progetti mai realizzati, i sogni di opere che non vedranno mai la luce o destinate per loro costituzione a trattare il tema dell’incompiuto e dell’impossibile. L’anima più nascosta e preziosa del pensiero dell’artista.

Una dimora suggestiva e intima nel cuore di Venezia, nascosta dalla folla e dai consueti itinerari, che svela le sue meraviglie e suoi segreti poco alla volta, accogliendo i visitatori in saloni eclettici, tra tessuti preziosi, arredi etnici e richiami che rimandano allo stile unico di Mariano Fortuny.

Su questi elementi nasce “Looking for Utopia“, il progetto espositivo patrocinato dall’Institut Français e curato da Bianca Cerrina Feroni e Melania Rossi, che lavorano per la prima volta a quattro mani per dar vita ad un percorso che si snoda attraverso gli spazi comuni del piano terra e del piano nobile di Novecento.
Una mostra composta quasi integralmente da opere inedite, talvolta site specific, che apre le porte nei giorni di Biennale e permette di accedere ad uno degli interni più autentici e di carattere della laguna, di proprietà di Heiby e Gioele Romanelli, già conosciuti per Hotel Flora e Casa Flora.

Disegni, collage, fotografie, maquette e piccoli bozzetti scultorei sono alcuni dei mezzi di cui gli artisti selezionati per la mostra “Looking for Utopia” si sono serviti per “fermare” e “formare” un’idea.
Il fil rouge che lega i lavori in mostra è l’aspetto progettuale e l’ispirazione che precede la genesi delle opere, il mondo parallelo in cui queste hanno il grado massimo di sublimazione possibile: la non concretezza, il non compiuto, l’idea pura e libera perché ancora appartenente all’universo delle infinite possibilità della creazione.

Nello spazio utopico, e dunque in questa mostra che intende esplorarlo, si collocano anche alcune opere finite che mostrano il tema dell’utopia declinandolo nelle sfide della contemporaneità: i confini, le migrazioni, la trasmissione del sapere, la fugacità delle immagini nell’epoca dell’istantaneità ne sono esempi.

Un piccolo nucleo di opere moderne provenienti da collezioni private aggiunge valore al progetto, ampliando l’orizzonte di riflessione e creando un ponte tra le rivoluzioni culturali del Novecento e i giorni nostri.
Tra le opere storiche ritroviamo le incisioni di Hans Bellmer che mostrano la volontà paradossale di dar forma al desiderio e le incisioni di Cécile Reims che immagina dei corpi in mutazione.

Lo slancio alla base di questi progetti utopici mostra allo stesso tempo la possibilità e l’impossibilità di una nuova relazione con il mondo. Luoghi utopici in cui riflettere sulla nostra società in piena ridefinizione, che danno impulso all’azione e al confronto con la realtà per immaginare nuove strade.

In esposizione: Francesco Arena – Jean Bedez – Hans Bellmer – Elisabetta Benassi – Gérard Berréby – Elvio Chiricozzi – Félicie d’Estienne d’Orves – Jan Fabre – Sophie Ko – Damien MacDonald – Maud Maffei – Simone Pellegrini – Cécile Reims – Pietro Ruffo – Delphine Valli – Antonello Viola.

Special Opening alla presenza degli artisti: 9 maggio 2019 ore 18.30, ingresso su invito.
Mostra: 10 maggio – 8 luglio 2019, tutti i giorni 11.00-19.00, ingresso libero.
Novecento – San Marco 2683/84 – Venezia.

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