I ritratti di Elisabetta Rogai

Ritratti che  hanno il potere di sospendere il tempo, rendere immortale un’espressione, un modo di porsi, un soffio di vento, il battito di un respiro sospeso costruisce un volto, un corpo, una spalla, le mani, un ricciolo ribelle, tutto avvolto da un senso leggiadro mentre veli impalpabili di seta accarezzano un corpo, che non ha timore di mostrarsi, si svela quasi a diventare una iconica statua.

I capelli, una cornice leggera, senza peso, per dare regalità ad una donna consapevole del suo fascino, della propria femminilità, il corpo svelato in ogni sua movenza, dalla più eterea alla più languida, pronta a donare la sua bellezza al tempo attraverso il ritratto dell’artista, un battito di ciglia per ogni volto che svela infinite emozioni, come infinite sono le sensazioni che ognuno è in grado di provare davanti al cavalletto dell’artista, quasi un mettersi nudo, svelarsi, confessando le proprie emozioni.

Una posa, due pose, tre, mille, ma è solo un istante rivelato, quello che serve all’artista per rubare l’anima al soggetto, lo lascia libero di scoprirsi e riscoprirsi nel proprio intimo, lasciando libera la parte definita anima, mostrandola  al mondo, le mani e gli occhi, l’attimo, il pennello corre veloce, l’abbinamento della pittura ad olio con il vino, l’uso del vino, etichette che raccontano storie come i volti della gente, un viaggio con la proiezione nei tempi dello stupore, delle illusioni, del dolore ma anche della gioia e dell’amore, l’artista ne ruba i sogni, ferma istanti di sguardi, di “incontri”, le sue non sono illusioni ma suggestioni.

Bella Katty felice di essere una mamma orgogliosa, la tenerezza della conquista della maternità di Mariangela… un traguardo, la fierezza imprenditoriale di Salvatore, l’ironia nel volto di Diana la produttrice di vino toscano, l’incanto gioioso di due gemelle, Francesca tra gli olivi rapita come in un labirinto sensuale, la sosta di Irene dopo una canzone, pensieri di Matteo con Firenze sullo sfondo, segni di vita nella sua forma umana, e l’interrogativo della corsa di due donne, ridenti, complici,  l’aquila di Tiziano il falconiere, un amore rappresentato da due cavalli in corsa, la gioia e l’attesa di una stagione piena di fiori, la  costruzione di un mondo come realmente lo vede l’artista tra realtà, sogno e fantasia, mondi e modi del vivere quotidiano per abitare il mondo, codificando linguaggi e comportamenti, costruendo una identità, dunque producendo non solo immagini simboliche e desiderabili ma svelando principalmente la sua realtà di artista.

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